«C’è un approccio globale One health, cosa finora mai accaduta. C’è un finanziamento e si parla di medici convenzionati, non mi sembra un risultato da poco visto un anno e mezzo perso a discutere se dovevamo diventare dipendenti o meno, e si chiarisce il valore di scelta, di prossimità e del valore degli studi dei medici in un processo di rete». Lo ha dichiarato il segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti, intervenuto ieri alla presentazione del ddl 227 ‘Misure per il potenziamento della medicina territoriale in prevenzione e assistenza primaria’, a Palazzo Madama.
«Finalmente si chiarisce che il medico di famiglia serve convenzionato, come soggetto dello Stato, definendo gli obiettivi di salute che vanno poi declinati nel contratto. Come questo debba essere sviluppato rispetto a forme organizzative come le case di comunità starà a noi chiarirlo nei compiti contrattuali e nei rapporti con le singole regioni, visto che il modello organizzativo è delegato dal titolo V alle regioni“.
Per Scotti «è importante l’impegno per risolvere l’attuale grave carenza, prevedendo l’inserimento di almeno un medico ogni 1.000 residenti. Anche la parte economica, se confermata, sarebbe il finanziamento più importante che viene riconosciuto all’area di medicina generale da molto tempo. Il richiamo al PNRR faciliterebbe inoltre i percorsi per arrivare ad accordi contrattuali che sviluppino nei territori l’associazionismo, la continuità dell’assistenza e l’utilizzo di dispositivi medici per una migliore gestione dei pazienti cronici nello studio del loro medico e dei più fragili al loro domicilio.
Particolarmente innovativa – ha concluso – la previsione di una riqualificazione del settore con investimenti non solo sulle strutture ma anche sui professionisti». Quanto alle somme stanziate, il segretario della Fimmg ha precisato: «Si prevede, infatti, un punto e mezzo percentuale sul fondo indistinto delle Regioni, quindi pari circa un miliardo e mezzo, che potrà essere dedicato a obiettivi specifici che sono definiti dalla legge stessa, relativi alla partecipazione della medicina generale ai processi di rinnovamento».
«Si dà valore alla medicina generale ed è, in questo momento, ciò che mi interessa di più, oltre a essere una ricetta contro la carenza dei medici di famiglia perché dà ai giovani un punto riferimento e una prospettiva», ha concluso Scotti. Nel disegno di legge è previsto, tra l’altro, anche un aumento della retribuzione dei medici di medicina generale in formazione equiparata a quella della specializzazione.
Fonte: Fimmg.org