Medici di famiglia pronti per il 2025 ma: “Stop ai modelli calati dall’alto, ora servono priorità chiare”

Oltre 20 milioni di ore l’anno. È questa la straordinaria mole di tempo che i 40.000 medici di medicina generale italiani potrebbero dedicare alle Case di Comunità, trasformando la sanità territoriale.

Grazie alla nuova convenzione nazionale, che entrerà a pieno regime nel 2025, si prevede il superamento della distinzione tra medici di famiglia e medici di continuità assistenziale.

Ogni professionista sarà chiamato a dedicare 38 ore settimanali, suddivise tra attività oraria e a ciclo di scelta, con un massimo di 1.500 assistiti.

In Sicilia le trattative per il nuovo AIR (Accordo Integrativo Regionale ) sono in corso. Rispetto ad ipotesi di disegni di Legge che con cadenza ad orologeria vengono presentata a livello nazionale senza volere affrontare veramente il problema, basterebbe finalmente iniziare le trattative per l’ACN (Accordo collettivo nazionale) 2022- 2024 dove si troverebbero i riferimenti normativi per potere essere presente la medicina generale nella case della comunità in linea con quanto previsto dal DM 77, sarebbe opportuno focalizzare le proprie energie su questi ambiti’’.

Ad evidenziarlo è Luigi Tramonte, segretario regionale FIMMG Sicilia che lancia un monito: Siamo fuori tempo massimoParliamo di rivoluzionare la medicina generale, ma senza basi solide rischiamo di costruire cattedrali nel deserto. Non è un problema di medicina generale convenzionata o sotto la dipendenza, ma di mettere in pratica gli strumenti che già abbiamo, come le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) fornendo alla Medicina Territoriale strumenti, risorse e personale per potere meglio rispondere ai bisogni di salute dei propri assistiti, altrimenti, tutto ciò di cui parliamo resterà solo sulla carta”.

Le Case di Comunità e il ruolo unico

Con il nuovo ruolo unico, il medico di medicina generale si troverà ad affrontare una sfida senza precedenti. Non solo garantirà assistenza primaria ai propri pazienti, ma lavorerà in equipe in strutture territoriali dedicate, con specialisti, infermieri e altri professionisti sanitari e con personale di supporto.

Parliamo di un cambiamento epocale che può davvero rafforzare il nostro Servizio sanitario nazionale – evidenzia – Ma per farlo servono volontà politica, chiarezza e, soprattutto, risorse. Altrimenti rischiamo di creare le “cattedrali nel deserto” del Dm77”.

“In Sicilia, abbiamo già avviato le trattative per il nuovo AIR, è speriamo di poterlo chiudere nel più breve tempo possibile. Stiamo discutendo per individuare risorse aggiuntive e sburocratizzare il lavoro dei medici – racconta –. La medicina generale non va smantellata, va potenziata senza imporre modelli calati dall’alto. E mentre i Pronto Soccorso scoppiano, e qualcuno  punta il dito verso la medicina territoriale, bisognerebbe sapere che la medicina generale c’è ed è accanto ai propri assistiti, ma come negli altri ambiti del Sistema sanitario nazionale soffre di carenza di risorse e di strumenti per potere meglio operare”.

L’appello

La piena attuazione dell’ACN e la messa a regime delle Case di Comunità richiedono una visione chiara e una gestione efficace. Non serve inventare nulla di nuovo. Abbiamo già gli strumenti per regolamentare la professione – conclude -. Ora tocca alle istituzioni passare dalle parole ai fatti. La medicina generale è il pilastro del nostro Servizio sanitario. Smantellarla sarebbe un errore storico”.

Fonte: Siciliamedica.com

Comments are closed.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie. Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie